Il gatto venne ritenuto dagli
Antichi Egizi animale sacro e divino. Il gatto era sacro al Sole e a
Osiride mentre la gatta alla Luna e a Iside. Gli Egizi veneravano
Bastet, una divinità con corpo di donna e testa di gatta.
Bastet era figlia di Iside e sorella di Horus. Era una dea molto
potente collegata a Ra ed era simbolo della vita, della
fecondità e della maturità. Nella
città di Bubastis nel Basso Egitto, c'era un tempio
costruito in onore di Bastet. In questo edificio di pietra i gatti
vagavano liberamente e i fedeli li osservavano e studiavano il loro
comportamento per trarne consigli e presagi della dea. I gatti avevano
il compito di condurre gli uomini al momento della morte
nell'aldilà. Il culto di Bastet era molto diffuso in diverse
regioni egiziane e nel corso dei secoli sempre più popolare
e potente.
L'uccisione di un gatto era punita più severamente di quella di qualsiasi altro animale anche se si trattava di un incidente. Anche quando il gatto moriva di morte naturale, le persone della casa si disperavano e rispettavano il lutto come se fosse morto un membro della famiglia. Alla loro morte venivano imbalsamati e sepolti con ogni onore. Nei dintorni di Tebe e Menfi sono stati trovati cimiteri contenenti duecentomila mummie circa di gatti. Nel Libro dei Morti egizio si affermava che il gatto possedesse nove anime e godesse di nove vite successive.
Nessun commento:
Posta un commento