venerdì 2 settembre 2011

Egizi e i gatti: il gatto ha nove anime e nove vite successive

Ecco alcuni brani riportati dal libro dei morti sull'argomento i gatti anno nove anime e nove vite successive:

Io sono il gatto che lottò coraggiosamente presso l'Albero di Acacia ad Eliopoli la notte in cui i nemici del Tramonto furono distrutti. 
Chi è questo gatto? 
Questo gatto maschio è il dio del sole Ra in persona che fu chiamato Mau per il discorso che il dio Sa fece su di lui: Egli è simile a colui che lo ha creato, e quindi il nome di Ra diventa Mau. Altri, però, dicono che il gatto maschio è Shu, dio dell'Aria, che trasferì tutti i beni del dio della terra Geb ad Osiride. 
Per quanto riguarda la lotta che avvenne nei pressi dell'Albero di Acacia ad Eliopoli queste parole si riferiscono al massacro dei figli della ribellione quando gli fu data la giusta ricompensa per tutto il male che avevano fatto. E a proposito della notte della battaglia, queste parole si riferiscono all'invasione della zona orientale del cielo da parte dei figli della ribellione da cui scaturì una grande battaglia in cielo e in tutta la terra. 

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 Lode a te, oh Ra, glorioso dio-leone, tu sei il grande gatto, il vendicatore degli dèi e il giudice delle parole, il presidente dei sovrani e il governatore del sacro cerchio; tu sei il corpo del grande gatto. 

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Quando muore uno di questi animali,i cittadini lo avvolgono in una tela di lino e, piangendo e battendosi il petto, lo portano dall'imbalsamatore. Dopo essere stato trattato con olio di cedro e spezie che hanno la capacità di infondere un odore gradevole e di preservare il corpo per molto tempo, lo depongono in una tomba consacrata. E chiunque uccida intenzionalmente uno di questi animali viene condannato a morte, a meno che non si tratti di un gatto o di un ibis; perchè se viene ucciso uno di questi due animali, anche per caso, il criminale verrà certamente condannato a morte, perchè la gente comune si riunisce attorno al colpevole trattandolo in modo crudele, talvolta senza neanche fargli il processo. ... La superstizione che questi popoli hanno nei confronti di questi animali è così radicata nei loro cuori e le emozioni nutrite da ognuno di loro sono così inalterabili che una volta, nel periodo in cui il loro re Tolomeo ancora non aveva ricevuto dai romani l'appellativo di "amico" e tutti cercavano di conquistare il favore dell'ambasceria italiana che in quel periodo era in visita in Egitto, e quindi per paura cercavano di non dare adito a motivi per scatenare guerre o lamentele, se un romano uccideva un gatto e la folla si precipitava a casa sua, né gli ufficiali del re mandato a proteggerlo né la paura di Roma erano sufficienti a salvare l'uomo dalla punizione, anche se era stato un incidente. E questo non mi fu raccontato, ma lo vedemmo con i nostri occhi in occasione della nostra visita in Egitto.

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La dea dei gatti si chiamava Bastet, il femminile di Bast. Bast era la cittadina dove si trovava il più importante tempio in onore del gatto e dove ogni primavera si riunivano fino a cinquecentomila persone per partecipare al sacro festival. In ognuna di queste feste venivano sepolti circa centomila gatti mummificati in onore della virginale dea dalla testa di felino (che probabilmente era un'antenata della Vergine Maria). Questi festival in onore di Bastet erano i più popolari e i più frequenti di tutto l'antico Egitto, forse anche per il fatto che vi si svolgevano celebrazioni orgiastiche e baccanali. In effetti, il culto del gatto era talmente popolare che durò per quasi duemila anni. Nel 390 dopo Cristo fu ufficialmente bandito, ma ormai era già in declino. Nel suo periodo di maggior splendore, comunque, rifletteva l'immensa stima di cui godeva questo animale nell'antica civiltà egiziana: lo testimoniano le numerose e splendide statue di bronzo che ci sono rimaste e che dimostrano quanto gli egizi apprezzassero la graziosità del gatto.

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Gli egizi hanno osservato negli occhi di un gatto le varie fasi lunari perchè con la luna piena splendono di più mentre la loro luminosità diminuisce con la luna calante e il gatto maschio muta l'aspetto dei suoi occhi anche in relazione al sole; infatti , quando il sole sorge, la sua pupilla è allungata; verso mezzogiorno è rotonda e la sera non si vede affatto e sembra che l'intero occhio sia omogeneo.

 
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E quando scoppia un incendio, ai gatti succede qualcosa di veramente strano. Gli egiziani lo circondano tutt'intorno, pensando più ai gatti che a domarlo; ma gli animali scivolano sotto o saltano sugli uomini e si gettano tra le fiamme. Quando questo succede, in Egitto è lutto nazionale. Gli abitanti di una casa dove un gatto è morto di morte naturale si radono le sopracciglia; ma se vi è morto anche un cane, si radono pure la testa e il resto del corpo.
I gatti morti vengono portati in edifici sacri dove vengono imbalsamati e seppelliti, nella città di Bubasti; ...
 
 

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