lunedì 12 settembre 2011

Gatto delle sabbie

La lunghezza si aggira intorno ai 50 cm, con una coda di circa 30 cm, ed un peso medio di 2,7 kg. La testa è piatta e le orecchie sono larghe ed appuntite. Il pelo è di colore giallo sabbia, con pallide strisce. Le zampe sono coperte di lunghi peli che proteggono la pelle dal calore della sabbia. Questo felino può sopravvivere a temperature che variano dai −5 °C ai 52 °C.
 
Dove si trova
Si trova generalmente nelle regioni aride, soprattutto nei deserti rocciosi e/o sabbiosi. Il gatto delle sabbie vive in alcune zone del Sahara settentrionale, nel deserto arabico e nei deserti di Pakistan ed Iran.

Comportamento

Dopo la gestazione, che dura circa 66 giorni, nascono dai 2 ai 4 cuccioli. Durante il giorno il gatto si nasconde sotto le rocce, mentre caccia di notte

Sottospecie

  • Felis margarita margarita;
  • Felis margarita airensis;
  • Felis margarita harrison;
  • Felis margarita meinertzhageni;
  • Felis margarita thinobia;
    Felis margarita scheffeli
    .

lunedì 5 settembre 2011

Gatto: Singapura



Paese d'origine Stati uniti
Tipo di pelo Pelo corto
Corpo compatto e piccolo
Peso massimo  2,7 kg
Attenzioni è un grande coccolone
Pregi è un gatto molto raro; chi lo possiede deve evitare di perderlo o che venga rubato


Profilo della razza

Questo gatto possiede grandi orecchie leggermente a punta e occhi verdi o color rame, inclinati verso il naso. Ha un matello corto, setoso e liscio, con ticking bruno su fondo color avorio vecchio mentre il suo addome  è più chiaro rispetto al resto del corpo. Sono presenti dei braccialetti aperti sulle zampe. La punta della sua coda è scura.



Carattere

Il Singapura è un gatto di indole tranquilla, apprezza in particolar modo le persone calme ed equilibrate. E' schivo e a volte diffidente. Soltanto di rado può graffiare o mordere. Apprezza la comodità e la tranquillità della vita in appartamento, ma ama anche molto uscire, magari in giardino, per soddisfare la sua voglia di libertà. Convive senza difficoltà con altri gatti e, se abituato fin da cucciolo, anche con i cani. Il Singapura è un gatto che si affeziona moltissimo al suo proprietario e si lega sopratutto ad una persona della famiglia. In casa partecipa con interesse a tutte le attività e lo si può trovare sempre "trai i piedi", a tal punto da sembrare che voglia dare consigli su come svolgere le mansioni di casa. Comunica con il proprietario non miagolando, ma richiamandolo con piccole zampate o morsettini. Solo le femmine in calore fanno sentire lo loro delicata vocina per attirare l'attenzione del maschio.

Cura 
Come tutti i gatti a pelo corto la toelettatura del Singapura è molto semplice. Basta una spazzolata una volta alla settimana per togliere il pelo morto. Gli occhi molto grandi tendono spesso a lacrimare: devono perciò essere puliti giornalmente con un prodotto apposito. Le orecchie, che sono grandi e aperte e quindi diventano facilmente ricettacolo di polvere, devono essere pulite una volta alla settimana con delicatezza, così come deve essere data una spuntatina alle unghie.

Alimentazione

Se si preferisce dargli il cibo fresco bisogna ricordarsi che è un gatto che non ama molto la carne ma preferisce pesce bollito mescolato al riso e alle verdure bollite (carote, porri, zucchine). NON DARE AVANZI DI CUCINA, E ASSOLUTAMENTE NIENTE DOLCI.

Riproduzione

I maschi raggiungono la maturità sessuale piuttosto precocemente, alcuni soggetti addirittura verso i 7 mesi, mentre le femmine hanno il primo calore verso l'anno di vita, è comunque consigliabile aspettare il secondo calore prima di farla accoppiare. La gestazione dura circa 68 giorni e la gravidanza si svolge senza problemi. La gatta, anche se è al primo parto, non è mai particolarmente nervosa e, di solito si lascia maneggiare (con dolcezza) e aiutare in caso di bisogno. Nascono in genere 3-4 gattini, subito leccati e accuditi amorevolmente dalla mamma e si presentono non nel classico color brown ticked tabby, ma con un color biondo uniforme con una leggera riga più scura sulla schiena. I cuccioli alla nascita pesano circa 80 grammi, sono voraci e spesso il loro peso aumenta anche di 15 grammi al giorno. La mamma produce latte in abbondanza e riesce a soddisfare tutti i loro bisogni. I piccoli verso il sesto giorno aprono gli occhi. L'unico problema che si può verificare e che la mamma che è iperprotettiva con i cuccioli non li abbandona mai, dimenticandosi anche di mangiare, quindi è consigliabile variare la dieta per stimolarle l'appetito.
 

domenica 4 settembre 2011

Gatto: Angora turco





Paese d'origine turchia
Tipo di pelo Pelo lungo
Corpo allungato ed elegante
Peso massimo 5 kg
Attenzioni è un grande coccolone
Pregi spesso si affeziona ad una sola persona

Possiamo generalizzare la razza secondo questo profilo.
Ha una testa relativamente piccola rispetto al corpo; un corpo aggraziato con mantello setoso ma privo di sottopelo. Ha zampe posteriori più lunghe di quelle anteriori con piedi piccoli, rotondi e ornati di peli fra le dita. La coda è a pennacchio.


Ecco uno splendido esemplare di angora turco nero anche se la varietà più comune è la bianca.
Varietà

Oltre al bianco ci sono più di venti varietà di nero, blu, e pelliccia rossastra. Possono essere anche tigrato, tigrato e bianco, varietà di fumo, e di ogni colore diverso da quelli indicati, come lavanda, e cannella

Angora turco bianco

Gli angora turco hanno un colore bianco, setoso, il mantello è medio lungo. Il mantello bianco e il blu degli occhi o dell'occhio, può indicare che il gatto è sordo sul lato dove si trova l'occhio blu anche se ciò non sempre si verifica.

Carattere

Ha un carattere quieto ed ha bisogno di un padrone che sappia rispettare la sua tranquillità. Si affeziona ad un solo membro della famiglia. E' un gatto casalingo. Curioso, affettuoso e molto coccolone. Si potrebbe definire un gatto parlante, perché oltre a starvi ad ascoltare, cercherà di rispondervi "gorgheggiando". Attivo, dinamico, equilibrato e soprattutto intelligente, basta sgridarlo una volta, per fargli capire che non deve fare una cosa. Adatto alla vita in famiglia.
Affezionatissimo al padrone, lo segue continuamente esprimendo con sommessi vocalizzi il suo punto di vista  su ciò che sta accadendo.

Cura

Contrariamente a ciò che si può pensare,mantenere in ordine il pelo bianco di un gatto angora richiede pochissime cure. La mancanza di sottopelo rende la toelettatura semplicissima : basterà spazzolarlo 1-2 volte alla settimana.

Riproduzione

Sono in grado di avere cuccioli dai 6/8 mesi di età, ma è consigliabile aspettare che compia un anno di vita prima di farle accoppiare. I gattini sono precoci: iniziano a muoversi e a giocare molto presto.

Informazioni generali

L'angora turco è il gatto a pelo lungo più antico che si conosca: nella storia felina moderna è segnalato come il primo gatto a pelo lungo di cui si abbia memoria.
Pare che tutte le razze a pelo lungo derivino proprio dall'Angora turco, che si sviluppò in seguito a una mutazione genetica forse conseguente alla necessità di adattamento a un clima rigido. Secondo altri sarebbe un discenente del manul, un piccolo felino dal lungo e folto mantello che vive nelle steppe dell'asia centrale. é probabile che siano stati esportati dalla Cina e dal Giappone ove erano allevati.
Nel 1620 Pietro Della Valle scoprì questa razza e lo menzionò nei suoi appunti di viaggio. Ma la sua diffusione si deve al naturalista francese Nicolas-Claude Fabri de Peiresc che decise di importare alcuni esamplari nel proprio Paese e di iniziare l'allevamento.

Piccola curiosità

è possibile, con un po' di pazienza, imsegnare all'Angora turco a riportare un oggetto.

sabato 3 settembre 2011

Gatto: Silver tiffanie (da non confodere con il tiffany)







Paese d'origine Gran Bretagna
Tipo di pelo Pelo lungo
Corpo muscoloso e di media altezza
Peso massimo 5,5 kg
Attenzioni insiste quando vuole ricevere attenzioni
Pregi pelo setoso, indole socevole




Possiamo generalizzare la razza secondo questo profilo.
Presenta una testa leggermente arrotondata tra le orecchie e delle oercchie leggermente inclinate in avanti con le punte arrotondate. Ha zigomi altei e larghi. Presenta un folto collare di pelo attorno al collo e al petto e pelo lungo e setoso. Il pelo è più lungo sulla coda.

 Informazioni generali

Questi gatti sono essenzialmente una varietà di Burmesi a pelo lungo nata da una selezione della razza del 1980.  Simili come tipi al Burmese, con la   testa cuneiforme e di medie dimensioni e il naso corto, i Tiffanie hanno orecchie con punta leggermente arrotondata e a una certa distanza tra loro. Gli occhi, molto distanti, sono obliqui, e il Burmese dal quale derivano si evidenzia proprio dal colore degli occhi che può variare da giallo all'ambra, anche se si preferisce un caldo giallo dorato. Inizialmente i Tiffanie erano conosciuti negli Stati Uniti come Burmesi a pelo lungo e, in quanto tali, non interessavano gli allevatori britannici. Recentemente però, anche in Gran Bretagna, hanno avuto uno sviluppo come prodotto secondario nell'allevamento di Asian a pelo corto come i Burmilla. i gatti Tiffanie del Nordamerica si differenziano da quali europei a causa dei diversi tipi di Burmesi dai quali discendono. Quelli europei hanno una colorazione più elegante. Attualmente sono abbastanza rari, ma poiché sono disponibili in molti colori è probabile che diventino più popolari.
 

Gatto: abissino


Paese d'origine Gran Bretagna
Tipo di pelo Pelo corto
Corpo Corpo slanciato e atletico
Peso massimo 5,5 kg
Attenzioni Necessita di molto affetto
Pregi Amichevole e curioso

Varietà:

  • lepre;
  • sorrel;
  • blu;
  • fawn;
  • silver.
Possiamo generalizzare la razza secondo questo profilo.
Segno a M sulla fronte, occhi a mandorla di colre ambra o nocciola. Presenta un mento poetete e un corpo slanciato ma muscoloso con un mantello corto e setoso e tipping chiaramente visibile. Ha zampe fine e piedi delicati e una coda larga alla base.


Qui di lato l'immagine di un abissino lepre noteerte, chairamente  il segno ad M sulla fronte





Abissino lepre

Presenta un mante di colre bruno-arancio picchiettato di nero. Sono richieste almeno 2-3 bande di colore su ogni singolo pelo tranne il ventre e l’interno delle zampe che invece sono di color albicocca scuro.





Abissino sorrel
Presenta tipping cioccolato e ogni pelo presenta spesso da due a tre bande di questatinta tranne il ventre e l’interno delle zampe che invece sono albicocca-fulvo chiaro. Ha un corpo rosso rame picchiettato di marrone.
http://www.canigattieco.com/img/articoli/e42c3fdb.jpg
da http://baumiao.forumcommunity.net/?t=46934947
           Abissino blu
Presenta un corpo azzurro-grigio caldo, scuro, intenso. Sono richieste almeno 2-3 bande di colore su ogni singolo pelo tranne il ventre e l’interno delle zampe che invece sono di un beige rosato chiaro.














Abissino fawn
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da http://baumiao.forumcommunity.net/?t=46934947
prese un corpo rosa-beige picchiettato di un rosa più caldo. Sono richieste almeno 2-3 bande di colore su ogni singolo pelo. Il ventre e l’interno delle zampe sono beige rosato più chiaro, però, del blu.

Abissino silver
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da http://baumiao.forumcommunity.net/?t=46934947


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da http://baumiao.forumcommunity.net/?t=46934947

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da http://baumiao.forumcommunity.net/?t=46934947

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da http://baumiao.forumcommunity.net/?t=46934947

la tonalità del silver è una delle più recenti e rare; sono praticamente i colori sopra elencati in silver: black silver (lepre), sorrel silver, blu silver, fawn silver. Sono tutte caratterizzate dal mantello bianco-argentato, quindi più chiaro.

Abissino chocolate

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Il mantello  di un tono caldo ed uniforme fino alla radice del pelo senza tigrature o peli di altro colore. Il tartufo (punta del naso) è color cioccolato al latte; mentre i polpastrelli vanno dal color cioccolato al latte fino al color rosa cannella. Il chocolate è una mutazione del nero.

Abissino lillac

m8jz0o
da http://baumiao.forumcommunity.net/?t=46934947

Il lilac è una diluizione del chocolate. Il mantello è grigio chiaro rosato uniforme senza alcun tipo di striatura. Il tartufo e i cuscinetti sono color lavanda rosato.


 
Carattere

Labissino è intelligente, ubbidiente e mostra molto interesse a ciò che lo circonda. Affettuosissimo e dolce è però un gatto molto vivace e giocherellone. Non è certo il gatto adatto a chi si assenta molte ore da casa: deve essere coinvolto nella vita domestica e avere la possibilità di sfogare le proprie energie nel movimento e nel gioco. È un gatto poco aggressivo e socievole, che apprezza la compagnia di un altro gatto; è molto agile e curioso, soprattutto nei primi mesi di crescita: i gattini infatti sono estremamente vivaci.

Cura 

Essendo un gatto molto robusto non richiede particolaricure e per quanto riguarda il mantello basta una spazzolature giornaliera.

Informazioni generali

L'arrivo di questo gatto in europa è un avvenimento piuttosto recente. è stato, infatti, impotato in  Inghilterra  verso la metà del secolo scorso ma solo nel 1925 la sua fama si è allargata, uscendo dalla cerchia dei suoi cultori.
L'allevamento non è ancora molto diffuso e preenta qualche difficoltà perché le femmine sono poco prolifere e non sopportano bene le fatiche della gravidanza. Pardorendo poi con difficoltà.
Non è un animale che viva bene in appartamento, perché, vinto l'iniziale lungo periodo di diffidenza, si integra perfettamente nel nucleo familiare e dà libero corso alla sua vivacità. richiede quindi parecchio spazio.
La taglia è piccola e l'aspetto elegante. In  questa razza i maschi sono in numero molto minore rispetto alle femmine e assai meno belli.

venerdì 2 settembre 2011

Cavalli nei miti

I cavalli, anche se non propriamente come tali sono spesso figure mitologiche.

  • Sleipnir; cavallo di Odini;
  • Each Ulisge, creatura che si trasforma in cavallo dalla folta criniera e dalla lunga coda dal manto nero;
  • Alastyn, cavallo d'acqua dell'isola di man;
  • Ippocampo, Cavallo fino alla pancia e per il resto coda di pesce;
  • Pegasus, cavallo alato della mitologia greca;
  • Unicorno, cavallo tipicamente bianco con un unico corno avvolto a torciglione.
 Sleipnir

 Di color grigio, dotato di otto zampe, è il migliore cavallo che esista, il più veloce, in grado di cavalcare il cielo e le acque, e anche lungo gli altri mondi. Il suo nome significa "colui che scivola rapidamente". Secondo alcune fonti Sleipnir porta delle rune incise sui denti.
Un abile costruttore aveva stretto un patto con gli Dei: in diciotto mesi avrebbe eretto un muro possente in grado di difenderli dai giganti, loro nemici; in cambio avrebbe ricevuto in dono Freyja. Gli dei, su consiglio di Loki accettarono, ma a patto che il muro fosse terminato entro lestate. Quando però mancavano solo tre giorni all'Estate era ormai evidente che il costruttore sarebbe riuscito a finire in tempo la sua opera, anche grazie del suo possente cavallo. Gli dei decisero che si doveva fare qualcosa, se non volevano perdere Freyja.E costrinsero Loki a rimediare alla sua imprudenza. Lui si trasformò in puledra, sedusse il cavallo del costruttore facendosi inseguire per un giorno e una notte, interrompendo così i lavori. Ripeté il trucco per tutte le tre notti e i tre giorni seguenti. Quando fu evidente che il muro non sarebbe stato completato per tempo, il costruttore fu preso da un'ira bestiale, rivelando che in realtà era egli stesso un gigante. E allora Thor gli fracassò il cranio con un colpo di Mjollnir.
In seguito Loki dal cavallo del gigante un puledro grigio con otto zampe, Sleipnir, che divenne il cavallo di Odino, dopo che questi glielo chiese in dono, poiché era il più veloce e possente di tutti i cavalli.

 Each Ulisge

Each Ulisge è uno spirito marino.  Esso aggredisce vittime innocenti nell'acqua e le divora le divora. Secondo alcune leggende celtiche, l'Each Uisge indossa una cavezza di cavallo o d'uomo e l'unica maniera per catturarne e domarne uno è quella di afferrargli la sua cavezza e salirgli sulla groppa.

Alastyn
è un cavallo d'acqua dell'isola di Man, che può tramutarsi in umano , eccetto che per le orecchie chhe restano immutate. Inganna gli umani facendosi montare per portarli in acqua e lì divorarli

Ippocampo
L'ippocampo è una creatura leggendaria della mitologia greca. Esso figura nel corteo di Poseidone insieme a tritoni, draghi d'acqua e giganteschi mostri marini. 
Cavallo fino alla pancia e per il resto coda di pesce, può presentate zoccoli o zampe palmate e apposto della criniera possono esserci cresta di membrana o alghe.

Pegaso

Pegaso è una figura della mitologia greca. Secondo il mito, nacque dal terreno bagnato dal sangue versato quando Perseo tagliò il collo della Medusa. Secondo un'altra versione, Pegaso sarebbe balzato direttamente fuori dal collo tagliato della Medusa, insieme a Chirone.
Animale selvaggio e libero, Pegaso viene inizialmente utilizzato da Zeus per trasportare le folgori fino all'Olimpo. Grazie alle briglie avute in dono da Atena, viene successivamente addomesticato da Bellerofonte, che se ne serve come cavalcatura per uccidere la Chimera. Dopo la morte dell'eroe, avvenuta per essere caduto da Pegaso, il cavallo alato ritorna tra gli dei.
Nella famosa gara di canto tra le Muse e le Pieridi, Pegaso aveva colpito con uno zoccolo il monte Elicona, che si era ingigantito fino a minacciare il cielo dopo aver udito il celestiale canto delle dee. Dal punto colpito dallo zoccolo di Pegaso nacque una sorgente, chiamata "sorgente del cavallo".
Terminate le sue imprese, Pegaso prende il volo verso la parte più alta del cielo e si trasforma in una nube di stelle scintillanti che hanno formato una costellazione.

Unicorno

l liocorno è tipicamente raffigurato come un cavallo bianco dotato di attributi magici, con un unico lungo corno avvolto a torciglione sulla fronte. Molte descrizioni attribuiscono all'unicorno anche una barbetta caprina, una coda da leone, zoccoli divisi ed ali di uccello.
Nella tradizione medievale, il corno a spirale è detto alicorno, e gli veniva attribuita la capacità di neutralizzare i veleni.  
Nella simbolica medioevale l'unicorno era descritto come animale piccolo (a rappresentare l'umiltà) ma invincibile. Simile nell'aspetto ad un cavallo bianco, simbolo di nobiltà e purezza, era provvisto di un solo lungo corno in mezzo alla fronte a simboleggiare la penetrazione del divino nella creatura. Unendo la potenza della spada divina alla purezza di un manto immacolato, l'unicorno (o liocorno) rappresenta la Vergine fecondata dallo Spirito Santo. Nel simbolismo cristiano l'animale mitico simboleggia quindi l'Incarnazione del Verbo di Dio che prepara la strada all'avvento del Vero Re.

Lupo: leggenda (Fenrir)

Gli dei capirono che le catene non erano abbastanza robuste per trattenere il lupo così diedero il compito agli elfi di tessere una corda con materiali robbusti e invisibili come il respiro di un pesce, le radici delle pietre, il rumore del passo del gatto, la barba delle donne e l'angoscia di un orso. Lo portarono su un'isola lontana e qui legarono un capo della corda alle rocce poi sfidarono il lupo a legare l'altro capo intorno al collo per vedere se sarebbe stato in grado di romperla; ma fenrir fiutò l'inganno. Il dio Tyr fece un passo avanti e parlò in modo suadente con la mano aperta; delicatamente Fenrir chiuse le sue mandibole intorno al polso del dio.
"Adesso" ringhiò "legami".
Gli dei annodarono la corda e il grande lupo prese la rincorsa e poi si lanciò in avanti,  ma la corda lo trattenne. Tirandogli indietro la testa con uno strattone. 
Fenrir capì di essere in trappola. Guardò Tyr che era stato il suo unico amico. Le grandi mascelle si chiusero.
Inghiottì la mano di Tyr. Gli altri dei lo colpirono finchè il suo sangue schiumeggiò in un rivolo sul terreno. Spaventati gli dei se ne andarono lasciando Fenrir da solo. 
Secondo la leggenda i suoi ululati si sentono ancora quando il vento soffia nella burrasca.
Un giorno Fenrir scapperà e correrà in paradiso e dai cieli pioverà sangue su quella quella notte detta Ragnarok, il crepuscolo degli dei. Quando gli uomini e gli dei moriranno.

Il gatto man: leggenda

Tutti sapete che il gatto man originario dell'omonima isola è sprovvisto di coda o ne presenta appena un accenno.
Qui di seguito troverete due leggende che ne "motivano" l'assenza.

La leggenda del Gatto di Man, originario dell’omonima isola, situata tra l’Inghilterra e l’Irlanda, narra di come il felino fu vittima dell’Invincibile Armada di Filippo II di Spagna, formata, come si evince da alcune fonti storiche, non solo da soldati ma anche da pirati. Sempre secondo la leggenda, quest’ultimi avrebbero tagliato le code di tutti i gatti dell’isola per adornare i loro cappelli. A seguito di queste crudeltà ebbe inizio una rivolta “gattesca” in cui le madri-gatto decisero di far nascere i loro cuccioli senza coda...

Un'altr leggenda narra di quando due gatti, durante il diluvio universale, arrivarono in ritardo sull'arca di Noè e salirono a bordo quando le porte si stavano chiudendo lasciando fuori metà della loro coda.

Il gatto siamese: leggenda

Sapete tutti che alcuni gatti siamesi hanno la coda lunga e altri la coda corta secondo questa leggenda questo è il motivo.


Il re del Siam viveva in un magnifico palazzo di fronte al quale c’era un grande parco ed una piscina che comunicava, con uno stretto passaggio, con un fiume, popolato da coccodrilli, che scorreva nei pressi. Il re amava molto i gatti e ne accoglieva un gran numero nella sua residenza. Aveva anche una giovane figlia, luce dei suoi occhi. Un giorno, dovendo allontanarsi e preoccupato per la principessa, chiamò i gatti, raccomandò loro di vegliare e prendersi cura della fanciulla in sua assenza e partì. Faceva molto caldo e la principessa decise di ristorarsi con un bagno in piscina. Mentre lei sguazzava con un certo numero di gatti di guardia attorno al bordo, un famelico coccodrillo imboccò il passaggio che portava dal fiume alla piscina per farsi un sol boccone della fanciulla. Allora, i gatti si precipitarono sulle sponde del passaggio e, agitando le loro code nell’acqua, distrassero il coccodrillo dando alla principessina il tempo necessario per mettersi in salvo. Però, nel frattempo, il rettile aveva già mozzato le loro appendici caudali con un solo morso. Da quel momento, secondo questa leggenda, i gatti siamesi si dividono in due famiglie: quelli con la coda lunga, che erano rimasti nel Palazzo, sono i gatti “del tempio” e quelli che avevano sacrificato le loro code per salvare la principessa sono i “gatti della piscina”.

la leggenda del gatto sacro di birmania

Prima della venuta del Buddha, in Birmania, il popolo degli Khmer adorava diverse divinità tra le quali la dea Tsun-Kian-Kse. Il tempio di Lao-Tsun era dedicato al culto della dea che presiedeva alla reincarnazione delle anime. Nel tempio la dea era raffigurata con una statua d’oro e negli occhi brillavano due zaffiri blu. Il tempio era vigilato da monaci Kittah e ci vivevano anche 100 gatti bianchi dagli occhi dorati ma il loro muso, le zampe e la coda erano marroni, del colore della terra, come segno di impurezza. I monaci ritenevano che dopo la loro morte si sarebbero incarnati in quei gatti. Il più vecchio e venerato sacerdote era Mun-Ha che era sempre accompagnato dal gatto Sihn.
La leggenda narra che un giorno il tempio fu saccheggiato da predoni che uccisero il saggio Mun-Ha mentre era in meditazione davanti alla statua della dea. Quando Sihn vide il suo padrone agonizzante saltò sul suo corpo e fissò la dea intensamente come a chiederle vendetta. La dea Tsun-Kian-Kse commossa dal coraggio e dalla devozione del gatto trasformò i colori del corpo di Sihn: gli occhi dorati divennero blu-zaffiro, il mantello assunse una colorazione dorata e l’estremità delle zampe che appoggiavano sul cadavere di Mun-Ha, divennero bianche candide, in segno di purezza. Il gatto, poi, si voltò verso la porta del tempio fissandola. In questo modo, gli altri monaci si accorsero dell'arrivo di altri predoni e corsero a chiudere tutte le porte salvandosi dalla distruzione.
Sihn rimase vicino al suo padrone per 7 giorni e poi morì. Gli altri 99 gatti del tempio si tramutarono anch’essi nello stesso colore di Sihn e da quel giorno furono considerati sacri e venerati.

Egizi e i gatti: il gatto ha nove anime e nove vite successive

Ecco alcuni brani riportati dal libro dei morti sull'argomento i gatti anno nove anime e nove vite successive:

Io sono il gatto che lottò coraggiosamente presso l'Albero di Acacia ad Eliopoli la notte in cui i nemici del Tramonto furono distrutti. 
Chi è questo gatto? 
Questo gatto maschio è il dio del sole Ra in persona che fu chiamato Mau per il discorso che il dio Sa fece su di lui: Egli è simile a colui che lo ha creato, e quindi il nome di Ra diventa Mau. Altri, però, dicono che il gatto maschio è Shu, dio dell'Aria, che trasferì tutti i beni del dio della terra Geb ad Osiride. 
Per quanto riguarda la lotta che avvenne nei pressi dell'Albero di Acacia ad Eliopoli queste parole si riferiscono al massacro dei figli della ribellione quando gli fu data la giusta ricompensa per tutto il male che avevano fatto. E a proposito della notte della battaglia, queste parole si riferiscono all'invasione della zona orientale del cielo da parte dei figli della ribellione da cui scaturì una grande battaglia in cielo e in tutta la terra. 

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 Lode a te, oh Ra, glorioso dio-leone, tu sei il grande gatto, il vendicatore degli dèi e il giudice delle parole, il presidente dei sovrani e il governatore del sacro cerchio; tu sei il corpo del grande gatto. 

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Quando muore uno di questi animali,i cittadini lo avvolgono in una tela di lino e, piangendo e battendosi il petto, lo portano dall'imbalsamatore. Dopo essere stato trattato con olio di cedro e spezie che hanno la capacità di infondere un odore gradevole e di preservare il corpo per molto tempo, lo depongono in una tomba consacrata. E chiunque uccida intenzionalmente uno di questi animali viene condannato a morte, a meno che non si tratti di un gatto o di un ibis; perchè se viene ucciso uno di questi due animali, anche per caso, il criminale verrà certamente condannato a morte, perchè la gente comune si riunisce attorno al colpevole trattandolo in modo crudele, talvolta senza neanche fargli il processo. ... La superstizione che questi popoli hanno nei confronti di questi animali è così radicata nei loro cuori e le emozioni nutrite da ognuno di loro sono così inalterabili che una volta, nel periodo in cui il loro re Tolomeo ancora non aveva ricevuto dai romani l'appellativo di "amico" e tutti cercavano di conquistare il favore dell'ambasceria italiana che in quel periodo era in visita in Egitto, e quindi per paura cercavano di non dare adito a motivi per scatenare guerre o lamentele, se un romano uccideva un gatto e la folla si precipitava a casa sua, né gli ufficiali del re mandato a proteggerlo né la paura di Roma erano sufficienti a salvare l'uomo dalla punizione, anche se era stato un incidente. E questo non mi fu raccontato, ma lo vedemmo con i nostri occhi in occasione della nostra visita in Egitto.

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La dea dei gatti si chiamava Bastet, il femminile di Bast. Bast era la cittadina dove si trovava il più importante tempio in onore del gatto e dove ogni primavera si riunivano fino a cinquecentomila persone per partecipare al sacro festival. In ognuna di queste feste venivano sepolti circa centomila gatti mummificati in onore della virginale dea dalla testa di felino (che probabilmente era un'antenata della Vergine Maria). Questi festival in onore di Bastet erano i più popolari e i più frequenti di tutto l'antico Egitto, forse anche per il fatto che vi si svolgevano celebrazioni orgiastiche e baccanali. In effetti, il culto del gatto era talmente popolare che durò per quasi duemila anni. Nel 390 dopo Cristo fu ufficialmente bandito, ma ormai era già in declino. Nel suo periodo di maggior splendore, comunque, rifletteva l'immensa stima di cui godeva questo animale nell'antica civiltà egiziana: lo testimoniano le numerose e splendide statue di bronzo che ci sono rimaste e che dimostrano quanto gli egizi apprezzassero la graziosità del gatto.

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Gli egizi hanno osservato negli occhi di un gatto le varie fasi lunari perchè con la luna piena splendono di più mentre la loro luminosità diminuisce con la luna calante e il gatto maschio muta l'aspetto dei suoi occhi anche in relazione al sole; infatti , quando il sole sorge, la sua pupilla è allungata; verso mezzogiorno è rotonda e la sera non si vede affatto e sembra che l'intero occhio sia omogeneo.

 
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E quando scoppia un incendio, ai gatti succede qualcosa di veramente strano. Gli egiziani lo circondano tutt'intorno, pensando più ai gatti che a domarlo; ma gli animali scivolano sotto o saltano sugli uomini e si gettano tra le fiamme. Quando questo succede, in Egitto è lutto nazionale. Gli abitanti di una casa dove un gatto è morto di morte naturale si radono le sopracciglia; ma se vi è morto anche un cane, si radono pure la testa e il resto del corpo.
I gatti morti vengono portati in edifici sacri dove vengono imbalsamati e seppelliti, nella città di Bubasti; ...
 
 

Gli egizi e i gatti

Il gatto venne ritenuto dagli Antichi Egizi animale sacro e divino. Il gatto era sacro al Sole e a Osiride mentre la gatta alla Luna e a Iside. Gli Egizi veneravano Bastet, una divinità con corpo di donna e testa di gatta. Bastet era figlia di Iside e sorella di Horus. Era una dea molto potente collegata a Ra ed era simbolo della vita, della fecondità e della maturità. Nella città di Bubastis nel Basso Egitto, c'era un tempio costruito in onore di Bastet. In questo edificio di pietra i gatti vagavano liberamente e i fedeli li osservavano e studiavano il loro comportamento per trarne consigli e presagi della dea. I gatti avevano il compito di condurre gli uomini al momento della morte nell'aldilà. Il culto di Bastet era molto diffuso in diverse regioni egiziane e nel corso dei secoli sempre più popolare e potente.

L'uccisione di un gatto era punita più severamente di quella di qualsiasi altro animale anche se si trattava di un incidente. Anche quando il gatto moriva di morte naturale, le persone della casa si disperavano e rispettavano il lutto come se fosse morto un membro della famiglia. Alla loro morte venivano imbalsamati e sepolti con ogni onore. Nei dintorni di Tebe e Menfi sono stati trovati cimiteri contenenti duecentomila mummie circa di gatti. Nel Libro dei Morti egizio si affermava che il gatto possedesse nove anime e godesse di nove vite successive.

Filastrocca I sette gatti di Ahmes

Gli Antichi Egizi, molto probabilmente, iniziarono ad addomesticare i gatti selvatici africani  per la loro utilità nella caccia ai topi, in quanto il numero dei roditori era notevolmente aumentato con l'avvento dell'agricoltura e dell'uso di raccogliere e immagazzinare il grano. Questa abilità è riportata in una celebre filastrocca che serviva ad insegnare agli studenti egiziani il concetto di potenza in matematica. La filastrocca I sette gatti di Ahmes, che è il problema n. 79 del papiro di Rhind  o papiro di Ahmes, risalente al 1650 a.C., così recita:

In una proprietà ci sono 7 case.
In ogni casa ci sono 7 gatti.
Ogni gatto acchiappa 7 topi.
Ogni topo mangia 7 spighe.
Ogni spiga da 7 heqat di grano.
Quante cose ci sono in tutto in questa storia?
 
heqat è un unità di misura.
 
questa è la soluzione:
 
Case 71 = 7
Gatti 72 = 49
Topi 73 = 343
Spighe 74 = 2.401
Heqat 75 = 16.807
Totale 19.607
 
 
Vivendo assieme a loro quotidianamente, quindi, ne rimasero affascinati ed iniziarono ad adorarli. 

giovedì 1 settembre 2011

Scoiattolo: tamia

Questo simpatico amico è lungo, a seconda della specie, 22 o 25 cm di cui 10cm è la lunghezza della coda. Il peso di questo animale varia dai 20 ai 150gr a seconda della specie.

Mantello

Il colore del mantello è di fondo grigio, che si fa più chiaro sotto il vemte, il petto e la gola. Sulla testa, invece, e sulla groppa il colore diventa rosso-bruno e cinque strisce scurissime, quasi nere attraversano longitudinalmente l'animale sul dorso, dalla testa alla groppa; sui fianchi tra due strisce scure se ne può notare una color crema. Queste strisce chisre si trovano anche sulle guance, fino al muso, sopra e sotto l'occhio.
Il mantello è composto da un pellame fitto e morbido, che viene cambiato dai maschi da giugno a settembre; mentre le femmine hanno la muta nel mese di maggio, subito dopo la fine dell'allatamento.

Testa

La testa è piuttosto grande rispetto al corpo. é tondeggiante, con il muso appuntito e gli occhi neri e rotondi che sporgono dai lati.
Le orecchie sono corte, tondeggianti e ricoperte da una fine peluria solo all'esterno.
Gli scoiattoli hanno due capaci borse facciali nelle quali accumulano il cibo per poterlo trasportare più facilmetne.
Mancano completamente di canini, mentre gli incisivi, privi di radici, sono molto sviluppati e a crescita continua, per cui devono essere continuamente consumati dall'animale. I molari invece sono provvisti di radici e la loro crescita non è continua.

Corpo

Il corpo è snello e affusolato; gli arti posteriori posseggono cinque dita, mentre quelli anteriori, che sono anche relativamente corti, hanno quattro dita. Le unghie sono aguzze e servono per arrampicarsi con facilità sulla corteccia degli alberi.

Coda

La coda, coperta da peli disposti orizzontalmente, è di colore bruno rosso, con tre righe scure inframmezzate da due di colore fulvo che la percorrono in tutta la sua lunghezza. Fulva è anche la parte inferiore della coda, che assume però un aspetto brizzolato perchè la punta di ogni pelo è bianca.

Sensi

L'odorato degli scoiattoli è molto ben sviluppato, infatti, grazie all'odorato questi animali si mandano dei segnali come: La delimitazione del loro territorio., strofinano la testa sopra a pietre o legni circostanti, lasciandovi sopra una sostanza secreta da alcune ghiandole poste sotto la testa.
La loro vista è ottima. Grazie ai loro occhi sporgenti dai lati del capo hanno un campo visivo molto mpio, che serve loro soprattutto per poter avvistare i predatori.
L'udito è ben sviluppato e quasi certamente sono in grado di emettere e di udure ultrasuoni.
Il gusto. Per il gusto non si hanno dati certi, ma sono ingrado di riconoscere il cibo dolce, salato o inspido compiendo delle precise scelte nell'alimentazione. Ciò significa che, con tutta probabilità, sono in grado di riconoscere i gusti differenti.
Il tatto ciene esercitato grazie ai baffi posti ai lati del muso, che sono ricchi di nervi sensitivi utili all'animale per percepire le distanze e quindi sapere se può infilarsi in qualche buco. Altre strutture utili al tatto sui morbidi cuscinetti posti sulle zampe (nervi sensibili).


I conigli e gli altri animali

I conigli tendono ad estendere il loro senso di dominanza anche agli altri animali domestici. Una serena convivenza dipende quindi molto da chi si trovano vicino.

Conigli e....

Cavie

 Essendoci pochi istinti d i dominanza non ci sono quasi mai problemi. Spesso si arriva ad una convivenza piuttosto stretta ma quasi sempre senza contatti fisici o scambi di effusioni, probabilmente anche per il carattere sospettoso delle cavie stesse.

Gatti

rapporto di reciploca tolleranza con qualche rara effusione. Il gatto ha il senso del gioco più spiccato ed il coniglio potrebbe esserne un po' infastidito, ma raramente si arriva a vere e proprie litigate.

Cani

Con i cani dipende molto dalla razza. Il coniglio è generalmente più diffidente ed il cane, anche se ben intenzionato, può essere davvero pericoloso. La convivenza fra coniglio e cane è sempre sconsigliata. Anche se come in tutto esistono le piacevoli eccezioni.

Conigli e bambini

Lo scheletro delicato e la sua natura da preda predispone il coniglio ad avere paura di attenzioni troppo attive, di bambini troppo irruenti, per quanto ben intenzionati essi possano essere. Nella sezione dedicata alla medicina si vedrà quanto spesso lo stress sia la fonte principale delle più svariate patologie e per un coniglio un bambino è quasi sempre fonte di stress. Ed inoltre il coniglio va accuratamente appoggiato, altrimenti, nella migliore delle ipotesi, si può spezzare i denti, nella peggiore, la schiena.

il coniglio che vive in casa e conigli che vivono alla'aperto

In casa.

I conigli hanno bisogno di sole, aria fresca e cibo sano. É importante che anche quelli che vivono in casa abbiano, se possibile, accesso ad un terrazzo, o balcone o possano ricevere il sole da una finestra quando ne sentono la necessità.
Inoltre essi amano la compagnia dell'uomo e a volte anche degli altri animali di casa.
I conigli che vivono in casa vivono in media più a lungo. Sono riparati dalle condizioni climatiche avvere, dagli attacchi di altri animali e sembrano generalmente più curiosi, socievoli e allegri, perché riescono a sviluppare una personalità più spiccata.

All'esterno.

É frequente che vengano attaccati, anche in città, da gatti, gabbiani, cornacchie o taccole, e persino dai ratti. Se vivono fuori città il rischio viene da faine, donnole, gufi, corvi, poiane ed altri rapaci. Possono morire per lo shock dell'aggressione senza essere neppure stati toccati dall'aggressore.
I conigli che vivono all'aperto appaiono spaventati dagli umani, distratti, intontiti soprattuto se vivono soli.

Molti conigli che vivono all'aperto non vengono coccolati dai loro umani, che non hanno voglia di uscire perché sono stanchi, piove o fa freddo. Anche i conigli hanno freddo; quindi hanno paura degli umani perché non sono loro famigliari. Sono molto difficili da sistemare, in caso debbano essere adottati.

conigli

Molte volte avete senti che i conigli sono dei distruttori che rosicchiano mobili e distruggono di vani; questo è vero per i conigli abituati  avivere nella gabbia che vengono fatti uscire solo di tanto in tanto. Il coniglio che, invece vive libero nell'ambiente domestico rosicchia poco e niente ed è molto più pulito di uno che vive nella gabbia.

Ogni casa può essere organizzata a misura di coniglo. Si tenga presente che non va mai usata la lettiera per gatti mentre sono ottimi i pellet da stufa (assorbono molto bene gli odori). Un altro accorgimente è quello o  di tenere cavi elettrici a un'altezza adeguata o di tenerli coperti da appositi copricavi.
Cosa molto inportante non lasciate mai piante ornamentali a portata di coniglio anche la più insospettabile può essere velenosa.
Nel caso in cui il vostro coniglio persista nel rosicchiare i mobli non resterà altro che coprirli con reti metalliche o cartone, per gli spigoli basterà del nasto biadesivo.
Se il vostro coniglio bazzica in cucina, evitate di lasciare in giro invitanti avanzi di cibo, o il sacchetto della spesa sul tavolo: eviterete imbarazzanti furti.